vene varicose

Il trattamento chirurgico tradizionale

Può essere chiamato in molti modi: safenectomia, stripping della vena safena etc… e consiste nell’asportazione della vena malata o della parte di vena malata, quando lo sia solo parzialmente (stripping corto)

In cosa consiste? (nel dettaglio)

Si eseguono due incisioni: una di 3-4 cm a livello della cross (all’inguine o al poplite, clicca qui per vedere cos’è la cross) e una di 1-2 cm alla caviglia o a metà gamba ca. e attraverso queste la vena viene “sfilata”.

Questo comporta inevitabilmente la formazione di ematomi/ecchimosi più o meno evidenti, che scompaiono nell’arco di alcune settimane.

Richiede un’anestesia (locale con sedazione) e un ricovero giornaliero (ricovero al mattino e dimissione nel pomeriggio).

E’ inoltre necessaria una elastocompressione terapeutica postoperatoria di almeno 3 settimane (i primi giorni continuativamente, poi solo di giorno): in questo periodo si possono svolgere le normali attività quotidiane, ma va sospesa l’attività sportiva.

L’intervento tradizionale è praticato da decenni: se ne conoscono efficacia, limiti, complicanze etc.. e non ha limiti tecnici (può essere eseguito anche su vene molto dilatate e tortuose).

Negli ultimi anni lo stesso intervento è diventato sempre meno invasivo: la degenza si è ridotta a qualche ora, l’anestesia più diffusa è quella locale (con sedazione) anzichè la spinale e il Paziente esce con la sua calza già indosso. Ciononostante le linee guida internazioni indicano che tale approccio sia da riservarsi solo a pazienti non suscettibili di trattamento endovasale.

Questo sito è stato redatto con un linguaggio il più possibile semplice e divulgativo, al fine di fornire chiarimenti all’utente, in merito al mondo dell’insufficienza venosa e linfatica (e nel rispetto del Codice Deontologico).

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Dott.ssa GloriaTeresa Leonardi | Specialista in Chirurgia Vascolare

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